Nel secondo anno di vita lo sviluppo del bambino è caratterizzato dal movimento, un bisogno incessante, e dalla voglia di scoprire ed esplorare da solo il modo in cui gli oggetti si comportano nello spazio, a seconda di come vengono maneggiati. Ha pertanto bisogno di una grande quantità di oggetti con i quali sperimentare ed esplorare.
Il gioco euristico con gli oggetti, un po’ meno conosciuto del cestino dei tesori, è pensato proprio per permettere questo tipo di esplorazione a bambini dai 12 ai 36 mesi. Consiste nel dare ai bambini una grande quantità di oggetti diversi e contenitori con i quali possano giocare liberamente. Non esiste un unico modo per attuarlo, ognuno avrà le proprie idee personali e la propria raccolta di materiale. I bambini selezionano spontaneamente tra una vasta gamma di materiali. Durante l’esplorazione la questione di un uso giusto o sbagliato non si pone. Li vedremo spostare gli oggetti dentro e fuori gli spazi, riempire e svuotare contenitori, mettere in fila, fare pile, mettere in serie, in equilibrio, grazie a questa attività, i bambini, migliorano la loro abilità di manipolazione e di concentrazione. Infatti il gioco euristico può essere un buon alleato per sviluppare la concentrazione. A prima vista può sembrare caotico e ripetitivo, ma ha una sua logica, e proprio la sua ripetitività permette di sperimentare più e più volte, apportando piccolissime variazioni. E’ un piacevole processo di scoperta.
Cosa serve?
Come per il cestino dei tesori, occorrono materiali poveri (coperchi di barattoli, catene, vecchie chiavi, nastri di stoffa, conchiglie, grosse noci, tappi di bottiglia, pigne, barattoli, anelli per tende, mollette, portatovaglioli, palline da ping-pong …) almeno una decina per quanto riguarda la varietà dei materiali, e un ampio numero di ogni singolo oggetto, che dovranno essere contenuti ad esempio all’interno di sacche chiuse con un laccio. Ogni sacca deve raffigurare o avere attaccato il tipo di oggetto che contiene.
E l’adulto?
Anche in questo tipo di attività il ruolo dell’adulto è quello di osservatore. Una volta che il bambino avrà terminato di giocare, lo coinvolgeremo nel riordino, perché anche questa attività fa parte del gioco, e grazie ad esso il bambino acquisirà questa abitudine. Inoltre andremo ad ampliare il suo vocabolario, perché identifichiamo gli oggetti che porta e mette all’interno della sacca. Durante il riordino è preferibile non utilizzare frasi dirette come “mi aiuti?” perché correremo il rischio di sentirci rispondere di no. Meglio mostrare un oggetto, metterlo nella sacca e poi utilizzare frasi indirette come “ce n’è uno li sotto” “guarda dietro la sedia ce né un altro”.
Per questa attività è meglio avere uno spazio ampio, cosicché il bambino possa muoversi in libertà. E adesso buon divertimento!!
Fonte: “Persone da zero a tre anni”, Elinor Goldschmied, Sonia Jackson, Edizioni junior, 2011